Si tratta di un documento complesso previsto dall’art. 3 della legge 2/2018, che traccia gli ambiti di riferimento operativo per la pianificazione a vari livelli della mobilità ciclistica, prevedendo, tra l’altro, lo sviluppo della mobilità ciclistica in ambito urbano e metropolitano. Tra le varie misure previste, è interessante notare quanto il tema delle dimensioni e dei quantitativi delle dotazioni di servizi diventi di rilievo già dalle prime pagine del Piano.
Tra i target quantitativi previsti per il 2024, certamente da inserire in un ambito pianificatorio locale, vi sono, solo a titolo di esempio:
- ricavare almeno 30 posti biciclette coperti e sicuri e 30 posti bici in rastrelliere all’aperto all’interno o in prossimità di ogni edificio sede di attività pubbliche adeguando almeno il 25% del totale degli edifici ogni anno e prevedendo una più precisa quantificazione del fabbisogno di sosta ciclabile;
- ciclo parcheggi e/o velostazioni presso le principali stazioni ferroviarie e bus dei capoluoghi di provincia e del loro 50% comprese le città metropolitana con incrementi proporzionali annuali;
- rastrelliere in almeno il 50% delle principali fermate del TPL urbano ed extraurbano;
- ricovero coperto e custodito per bici nel 50% delle stazioni di ferrovie e simili per il TPL;
- dispositivi per il trasporto bici a bordo su il 25% dei mezzi TPL locali e almeno il 50% su extra.
Un lavoro lungo e prezioso che ogni singola amministrazione deve mettere in cantiere per ottemperare alle proprie attività di pianificazione di mobilità sostenibile.